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Matilde 04-12 - In Sardegna


di Alex46
20.05.2019    |    4.028    |    0 8.0
"Lei si arcua all’indietro ben felice di queste attenzioni..."
Agosto! Decidiamo di passare le ferie in Sardegna, a San Teodoro: degli amici di Debra e Michele ci ospitano, o meglio ci lasciano la villetta a disposizione. Che pacchia! Finalmente tre settimane di mare, niente ufficio, tutto il giorno assieme...
Ci hanno detto che dal vialetto di accesso si entra con un cancello in un giardino con fichi, oleandri e tanti fiori, oltre a qualche pianta tipica della macchia mediterranea. In fondo c’è una piccola piscina, in manutenzione a un addetto che, previa telefonata, verrà una volta alla settimana a ispezionarla. La villetta si articola in due piani, sotto sarebbe dedicato agli ospiti, ma dato che contrariamente alle previsioni loro, i padroni, non hanno potuto venire con noi, ci hanno praticamente imposto di alloggiare nella parte superiore, effettivamente più bella, luminosa e con un bellissimo terrazzo.
Ci spiace un po’ per loro, però sotto sotto siamo felici: se non fossimo soli, dovremmo ricorrere a chissà quali sotterfugi per poter dormire o stare assieme. Così invece sarà tutto più facile.
Arriviamo ad Olbia al mattino alle otto, dopo una traversata in traghetto un po’ agitata in cui non sono stata benissimo. Dopo una grande spesa al supermercato in breve guidiamo fino a San Teodoro, dove facciamo un po’ di fatica a trovare la nostra reggia.
È bellissima! Io sono però ancora un po’ sottosopra e, ordinate le quattro cose del mio bagaglino, mangiato uno yogurth, mi sistemo su una sedia a sdraio a prendere il sole, ovviamente nuda visto che nessuno ci può vedere. Ho anche da leggere, ma presto il sonno perduto durante la notte si fa sentire. Così mi assopisco.
Dopo non so quanto sento il rumore della portiera della Passat che viene aperta, nel dormiveglia mi accorgo che è Debra che sta frugando alla ricerca di qualcosa. Lei è vestita ancora come in viaggio, una minigonna di cotone blu con una strisciolina rossa vicino all’orlo inferiore e un laccetto a chiudere il piccolo spacco laterale; un top a pagliaccetto a quadrettini e un paio di sandali rossi con la zeppa bianca.
Ma la cosa è comica perché lei è in ginocchio sul sedile posteriore, china alla ricerca di qualcosa, e mentre sta letteralmente inveendo per il fatto di non trovare quello che cerca, ha le cosce e la figa fuori, perché le mutandine della notte evidentemente se le è tolte.
Anche Michele sta guardando la scena, senza intervenire. Poi quando lei si accorge di aver dato spettacolo involontario si siede sul sedile con le gambe fuori e sbuffando alla fine sorride.
- Cosa cercavi? – le chiede Michele avvicinandosi.
- Cercavo una delle mie creme, ma devo averla dimenticata a Milano.
- Non puoi comprarne un’altra?
- Non so se la troverò...
- Beh, comunque lo sai che eri davvero stupenda con il culo così fuori?
E dicendo così va a prenderle un braccio, la costringe ad alzarsi e quindi le toglie il pagliaccetto.
- Fa caldo, mi sembri troppo vestita...
Poi però rivela le sue intenzioni vere chinandosi a baciarle il seno. Lei si arcua all’indietro ben felice di queste attenzioni. Michele le sfila anche la minigonna, con gesto dolce ma deciso: e mentre questo succede lei mi guarda, come dire “adesso faremo l’amore.. sono felice di farlo davanti a te”.
Quindi si rivolge a Michele e gli toglie la t-shirt: - Anche tu sei un po’ troppo vestito...
Gli sbottona la patta dei jeans, si accuccia davanti a lui e, estratto il membro in via di erezione, se lo introduce in bocca. C’è un tavolino con una tovaglia rossa accanto all’automobile. Questa è disposta in modo da essere all’ombra, a quest’ora, così anche loro decidono di stare lì accanto. Dopo qualche minuto di somministrazioni, Michele sente di essere troppo vicino a venire, così restituisce il favore a Debra sistemandole una gamba sul sedile della macchina e leccandole la figa così facilmente accessibile.
Di nuovo lei mi guarda, con fare implorante “quando ti deciderai a venire anche tu qui con noi?”
Michele si toglie i jeans, la costringe a toccarsi con le mani il collo dei piedi e, con lei appoggiata con la schiena sul parafango dell’auto e quindi totalmente piegata in due, la penetra d’un colpo solo, da dietro. Lei mi guarda da questa posizione insolita, tronfia della creatività del suo uomo. Posso vederle il gioco di costole perfettamente coordinato con il profilo del seno, che pesa in direzione contraria al solito, mentre il suo mento va quasi a sostenerlo...
Dopo un po’ di questo Michele interrompe, la solleva quasi e la siede sul tavolo: io li vedo di profilo a 5-6 metri da me. Poi le allarga le gambe e la penetra di nuovo. Lei si appoggia con le mani sulla tovaglia, dietro il sedere, e si muove piano a seguire i movimenti di Michele.... Ancora quel gioco di costole... e in più posso vederle i tendini, tesi nell’incavo opposto al ginocchio mollemente sollevato...
Dopo qualche decina di secondi lei mi rivolge ancora lo sguardo, muta ma decisa a coinvolgermi, quasi m’implora.
Da parte mia mi sto eccitando a vederli, però sono ancora un po’ lontana dall’assecondarla.
Quindi si scambiano posizione: Michele si siede sul tavolo, solleva Debra e la reinfila da dietro, provocandole un’immediata smorfia di assoluto godimento. Ricomincia il moto, ma questa volta è lei a governare, si fa scendere una mano a fare pressione sul cazzo, quasi a schiacciarlo dentro, e nel contempo a carezzarsi il clitoride. Lei appoggia le scarpe sul tavolo, totalmente seduta sul cazzo, e mi guarda ancora con insistenza, ora sgrillettandosi apertamente e carezzandosi un seno. È certo che stia per godere, e difatti pochi attimi dopo si lascia andare, chiudendo gli occhi: - Godo, ecco godo, Michele mi fai sborrare così, sìììì, eccomi, ahhh!
Ma Michele dev’essere in vena, perché non s’accontenta di questo primo risultato: preferisce scostarla, estrarre il membro, scendere dal tavolo e senza una parola masturbarsi su di lei, che è sdraiata di schiena con il viso arrovesciato e rivolto a me, le ginocchia rialzate.
Dopo poco Michele le schizza addosso la sua sborrata, mentre lei sta lì sdraiata e languida a guardarmi, a godere ancora dell’ultima, tenera e dolce ondata del suo piacere. A me piace guardarle il bacino, o meglio l’anca che appare in rilievo e glielo racchiude, quel tesoro senza confini.
Alla fine Debra si alza e dirige verso di me, ondeggiando sui suoi tacchi. Michele la segue. Io sono ancora qui sulla mia sedia a sdraio, ma accanto c’è un materassino e una sedia. Debra mi fa alzare con un sorriso, mi siede e un attimo dopo inginocchiata sul materassino mi affonda il viso tra le gambe, provocandomi un’immediata scarica di brividi. Michele mi ha messo le mani sulle spalle, mi sta annusando i capelli, mi bacia sulla nuca, fino a carezzarmi le tette a due mani. Nel godimento io mi allungo, a gambe diritte, offrendo sempre di più la figa a Debra che lecca sempre più avidamente, dandosi una toccatina ogni tanto.
Dopo un po’ sono io a sistemare Michele in quella che era la mia posizione: gli prendo l’uccello in bocca, Debra si è seduta sul materassino e continua a leccarmi con la testa tra le mie gambe aperte. Ma la scomodità di questa posizione ci consiglia pochi minuti dopo di conservarla sì, però sdraiati sul materassino, Debra che allaccia con le sue gambe il bacino di Michele, io seduta sulla sua faccia e appoggiata sul suo seno e sulla sua pancia a lavorare di bocca con Michele.
Lui ormai ha riguadagnato potenza ed è pronto: e naturalmente tocca a me. Mi siedo sul suo cazzo e m’impalo quasi con rabbia, dopo una notte di malessere finalmente sono tornata a essere io. Debra vuole farsi leccare, quindi va a sedersi sulla faccia di Michele: ancora una volta siamo una di fronte all’altra e possiamo baciarci scambiandoci litri di saliva, rumori e dolcissime oscenità. Dopo poco Debra ha un altro orgasmo, repentino, non se lo aspettava neppure lei.
Subito dopo vuole dedicarsi completamente a me. Mi fanno sdraiare, lei va dietro la mia testa e mi bacia teneramente, mentre Michele mi sta prendendo nella vecchia ma sempre valida posizione del missionario. Debra lo guarda mentre lui mi sbatte sempre più violentemente, i due vorrebbero baciarsi o meglio leccarsi le lingue... senza interrompere il coito che mi sta devastando. Io sotto comincio a godere... E così lei si siede sulla mia faccia e si bacia con Michele, in modo osceno, sfregandosi la figa sulle mie labbra che io ormai muovo disordinatamente, in preda a un orgasmo esplosivo, travolgente.
Sto godendo sotto i colpi di Michele che non accenna a venire, perciò dopo un po’ sono costretta a desistere e ad appartarmi. I due non perdono un secondo, lui la penetra nella stessa posizione in cui ero io, fino al completo e definitivo climax di entrambi.
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